La focaccia della Befana è un lievitato dolce della tradizione piemontese, una brioche preparata in occasione della festa della Befana.
Oggi la focaccia della Befana viene abbellita intrecciando le sue estremità, mentre in passato veniva tagliata semplicemente in 16 spicchi che andavano a formare, durante la cottura, i petali di una margherita.
La tradizione vuole che all’interno di uno di questi petali venga nascosta una monetina o una fava secca quale simbolo di fertilità e salute, un portafortuna per chi la trova.
L’origine della focaccia della Befana
L’origine dei questa focaccia dolce pare sia molto antica, molto più del panettone e della colomba. Di certo si tratta di un dolce nato nel basso Piemonte, di povere origini contadine, realizzato con ingredienti poveri e di facile reperibilità come uova, latte e farina. Solo più recentemente sono stati introdoti anche i canditi nell’impasto.
Le mie varianti per un dolce dairy free
Non me ne vogliano i piemontesi se al loro dolce tradizionale vado ad apportare le mie abituali variazioni per renderlo un dolce dairy free, ideale quindi al consumo per tutti coloro che soffrono di allergia al latte vaccino e suoi derivati.
Ecco dunque che il latte cede il posto al “latte” vegetale (di soia per l’esattezza), ed il burro viene sostituito con alternativa vegetale (nel mio caso con della margherina senza grassi idrogenati nè olio di palma).
Non me ne vogliano se ho anche omesso di nascondere al suo interno la fava secca: è stata una pura dimenticanza!
In passato la focaccia della Befana era un dolce di recupero dei vari ingredienti dolci rimanenze delle feste natalizie. Come tale quindi ho aggiunto alla mia focaccia anche una grandella di mandorle e nocciole in mix insieme ai canditi misti.
A dare una spinta aromatica in più, una piccolissima aggiunta di liquore all’anice che, a mio avviso, nei dolci è favoloso!
Come preparare la focaccia della Befana
Preparata senza latticini e con l’utilizzo di lievito di birra fresco, preparare questa focaccia non è difficile, basta avere pazienza e rispettare tempi di lavorazione e riposo dell’impasto.
Gli ingredienti vengono aggiunti pochi alla volta e lasciati assorbire dall’impasto prima di incordarlo, pirlarlo e lasciarlo lievitare da un minimo di 4 ad un massimo di 6 ore, fino a quando cioè non triplica il suo volume.
Successivamente l’impasto viente trasferito sul piano lavoro, steso con il mattarello a formare un tondo e tagliato in quattro spicchi, lasciando però intatto il centro.
Ogni spicchio viene quindi ritagliato in quattro parti che formeranno i petali della margherita. La tradizione non prevede che i petali vengano attorcigliati, ma nel corso degli anni, questa tecnica è stata adoperata da molti per dare un aspetto estetico migliore al dolce.
Si procede così ad un’ultima lievitazione “chiudendo” il dolce in un cerchio ad anello apribile (il cerchio di una tortiera a cerniera del diametro di 28-30 cm circa). La focaccia della Befana è pronta per la cottura in forno tradizionale.
Il risultato è una focaccia sofficissima, con mollica compatta e morbida, dolce ma non troppo. Una vera delizia per gli amanti dei lievitati dolci, con colore e aroma aggiunti dati dai canditi e dalla granetta di mandorle e nocciole.
L’impasto della focaccia è stato preparato in planetaria prima con gancio a foglia (K), poi con il gancio ad uncino. E’ possibile lavorare l’impasto anche a mano, bisogna però aumentare di poco i tempi della lavorazione stessa per ottenere una corretta incordatura.
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Il Granaio – Baking Time
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Simona: Torta di mele all’arancia con cacao e liquirizia
Zeudi: Torta cioccolato e pere con cardamomo
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Bella e buonissima, Sabri, un bacione 🙂
Ciao Carla, ma grazie davvero tanto!
Un abbraccio grande grande
Oggi ho visto un sacco di focacce della Befana piemontesi, sono super felice che la mia regione sia in testa a questa ricorrenza e la tua versione è meravigliosa! viene proprio voglia di prenderne un petalo ?
Si vero, la vostra focaccia ha spopolato sul web!? Ed ora che l’ho provata, capisco perfettamente il perché: è buonissima!
Son felice ti sia piaciuta la mia versione, ci tenevo molto al tuo parere, lo sai.
Un abbraccio grande Simo ❤️
Cara Sabrina, io, da Piemontese, non te ne voglio per nulla delle tue sostituzioni e golose aggiunte, anzi! Più che volertene, ne voglio, di fette, però! 😀 Sai che non sapevo nemmeno che avesse i petali nella forma? Qui nelle pasticcerie di Torino la vendono sì con la fava dentro, ma di forma semplicemente tonda, boh, paese che vai, focaccia che trovi. Comunque se puoi mandarne un camion per colazione…. Grazie 🙂
Zeudi, che già che mi dai con le tue parole!
Son felice ti piaccia.
Ho cercato diverse info online e la maggior parte di loro mi parla di petali. Anche Simona mi aveva detto di alcune differenze
È sempre rischioso quando si tocca la tradizione, e salvo le mie necessarie per poter godere di alcuni piatti, una piccola rivisitazione non fa male, sennò che foodblogger saremmo? L’importante secondo me è specificarlo.
Questa focaccia ha avuto vita brevissima tanto è stata apprezzata sia come dolce da fine pasto, sia la mattina per la colazione! Ma te ne manderei volentieri, davvero❤️
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Hello. What size spoon for the anisette liqueur? Would it be closer to 5 ml or 15 ml? Grazie ?
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