Si torna a viaggiare insieme a Carolina Va in Città, alla scoperta della Danimarca, e le meraviglie di Copenaghen.
Come sempre, per ogni viaggio che Carolina ci racconta e ci fa rivivere attraverso i suoi articoli e le sue foto, c’è ad accompagnare il racconto, una mia ricetta che ripropone un piatto tipico del posto visitato. E parlando della Danimarca, non potevo non proporvi un lievitato dolce per la prima colazione. I lievitati dolci giocano un ruolo fondamentale nella pasticceria danese, perno importante della cucina locale, profondamente legata all’arte dolciaria austriaca, in particolar modo a quella viennese.
Accanto ai famosi danesi, tra le tante specialità lievitate, un’attenzione particolare la merita il kanelsnegle, una chiocciola di brioche dall’aroma inconfondibile, ripiena di zucchero e cannella, ricoperta da una golosa glassa. Questo dolcetto lievitato viene comunemente chiamato anche con il nome di fika, non tanto per indicare il dolce in se per se, ma è un modo di dire per suggerire un breack, la tradizionale pausa caffè con tanto di dolcetto!!
Questo dolce nasce in Svezia, ma in brevissimo tempo si è diffuso in tutti i Paesi Nordeuropei, diventando uno dei punti forti di molte caffetterie artigianali, nonché di molte grandi catene in tutto il mondo. Importante è stata la loro “adozione americana”, dalla quale cambiano nome in “cinnamon rolls“, portando confusione anche nella loro paternità.
La ricetta tradizionale del kanelsnegle, che letteralmente significa “lumaca di cannella” (per la tipica forma a chiocciola), viene realizzata con un impasto lievitato ricoperto da uno strato di burro, zucchero e cannella. Viene poi arrotolato, tagliato a fette, cotto in forno e , infine, ricoperto da una deliziosa glassa di zucchero.
Questi dolci lievitati possono anche esser surgelati una volta lievitati, così da averne sempre a portata di mano quando si ha voglia di una colazione più golosa. Basterà tirarli fuori dal freezer, sistemarli sulla placca ricoperta da carta forno, e cuocerli in forno! Il profumo che sprigioneranno durante la cottura invaderà la vostra cucina, rilasciando un inconfondibile aroma di cannella e di buono!
Pronti a preparare delle chiocchiole di pura goduria? Allora, intanto vi lascio la ricetta dei kanelsnegle, ma vi suggerisco di proseguire la lettura oltre la ricetta per scoprire tante curiosità sulla cucina danese, e tanto, tanto altro ancora….
Ingredienti per i kanelsnegle
Per 10-12 pezzi
- 25 gr di lievito di birra fresco
- 250 ml di latte*
- 400 gr di farina 00
- 2 cucchiai di olio di semi di girasole
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1 cucchiaino di sale fino
- 3 cucchiai di cannella in polvere
- 75 gr di zucchero grezzo di canna
- 75 gr di burro*
*per esigenze alimentari personali (legate ad allergia al latte vaccino e derivati) latte e burro indicati in ricetta, sono stati da me sostituiti in egual misura da relativi sostituti a base di riso.
Ingredienti per la glassa
- 110 gr di zucchero a velo
- 1 cucchiaino di vanillina
- 1 cucchiaino di burro*
- 4 cucchiai di latte*
*come sopra, anche per la glassa ho utilizzato prodotti a base di riso.
Procedimento
- Prepariamo i kanelsnegle: Versare il latte in un pentolino e lasciar scaldare: il latte dovrà risultare tiepido ma non eccessivamente caldo.
- Sciogliere nel latte tiepido 1 cucchiaio di zucchero ed il lievito; quindi mescolare bene ed unire l’olio di semi di girasole, 1 cucchiaio di cannella (presa dal totale indicato), ed il sale.
- Versare il composto liquido così ottenuto in una ciotola ed unire, poca alla volta, la farina setacciata, fino ad ottenere un panetto liscio e compatto. Questo passaggio può esser fatto a mano, oppure con una planetaria.
- Lasciar riposare l’impasto in una capiente ciotola, leggermente unta, e ricoperta con della pellicola alimentare (io nel forno con la sola luce accesa). Lasciar riposare fino al suo raddoppio, per circa 1 ora e mezza.
- Nel frattempo, in un’altra ciotola mescolare la restante cannella con lo zucchero grezzo di canna ed il burro morbido, formando una sorta di crema.
- Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume, trasferirlo sul piano lavoro leggermente infarinato e, con l’aiuto di un mattarello, stenderlo formando un rettangolo di circa 40X50 cm, alto 1 cm.
- Distribuire sul rettandolo di pasta la crema di burro, zucchero e cannella, stendere bene con l’aiuto di una spatola, fino a toccare i bordi.
- Arrotolare l’impasto e tagliare in 10-12 fette.
- Sistemare ogni fetta su una teglia coperta da carta forno, distanziate di mezzo cm l’una dall’altra. Coprire con un panno umido ( o con della pellicola alimentare) e lasciar lievitare nuovamente, in luogo caldo, per altri 30-40 minuti.
- Nel frattempo, preriscaldare il forno a 220°C e, giunto a temperatura, cuocere le nostre brioche farcite per 15 minuti, in modalità statica, finché non risultano leggermente scure in superficie.
- Sfornare e lasciar raffreddare i kanelsnegle prima di decorarli con la glassa.
- Prepariamo la glassa: mescolare il burro morbido, con la vanillina, lo zucchero ed il latte. Lavorare con una frusta a mano fino a quando il composto non risulta abbastanza liscio e appiccicoso.
- Quando le girelle saranno ben fredde, spalmare sulla loro superficie la glassa preparata.
- Fare in modo che la glassa si distribuisca bene e si “solidifichi” prima di servire e gustare!
Puoi trovare questa mia ricetta anche sul sito di Carolina cliccando qui.
La cucina danese.
Un mix di sapori antichi che si fondono con sapori più innovativi caratterizzano la cucina danese, cucina fortemente contaminata da influenze gastronomiche francesi, pur mantenendo propri i sapori nordici tipici.
Da questo mix di tradizioni, usi, e innovazioni, si ha una cucina ricca e gustosa, molto apprezzata dai palati più esigenti, di base ricca di carboidrati, e sostanziosa. Per contrastare il freddo del clima nordico, la cucina di queste terre fa affidamento su piatti caldi e calorici, con un largo consumo di cereali utilizzati soprattutto in zuppe, nonché di pesce e carne.
Nell’ultimo decennio, Copenaghen, capitale della Danimarca, è stata casa di nuove espressioni innovative gastronomiche, dando vita alla “New Nordic Cuisine“; fenomeno attraverso il quale si sono sviluppati nuovi fermenti ristorativi, sfruttando la combinazione tra tradizione danese e ingredienti nuovi, inusuali.
Tra i più famosi a sfruttare questo nuovo movimento gastronomico, un nome risalta su tutti: Noma il ristorante di Rene Redzepi, situato a Copenaghen, classificato “The World First Best” per ben 4 volte su 5 , grazie ai suoi piatti innovativi quali gli snack a base di formiche, il dolce di muschio, o il piatto a base di muffa, che l’hanno reso il ristorante il più celebrato nell’ultimo decennio.
Il nome “Noma” è una parola composta dai due termini danesi “nordisk” e “mad”, ossia nordico e cibo. Nasce nel 2004 con piatti nuovi ed ingredienti insoliti (seppur concentrandosi esclusivamente sugli ingredienti della regione scandinava), che ben presto furono copiati e riproposti dai più comuni ristoratori, tanto da indispettire Redzepi che decise di chiudere il suo ristorante. Dopo un anno dalla sua chiusura, riapre in nuovo Noma, con un nuovo progetto e nuovo menù, sempre all’insegna dell’innovazione, con piatti mai visti prima e ingredienti rari.
Per valorizzare al massimo gli ingredienti stagionali, il ristorante di Redzepi prevede di cambiare menù tre volte l’anno, distinguendo altrettanti periodi: inverno (pesce), primavera-autunno (vegetali e frutta), inverno (carne).
Noma a parte, il “piatto” più diffuso in tutta la Danimarca sono gli smørrebrød, ossia dei panini serviti aperti: fette di pane di segale spalmati con del burro (di ottima qualità), usate come base per diverse guarnizioni quali salmone, aringhe, anguille, o maiale. Il tutto servite con cipolle o rafano, e accompagnate rigorosamente da un boccale di birra scura, o di snap (acquavite). Tra le zuppe, la più diffusa è la zuppa di anguille (ålesuppe), o quella di porri e patate (grønkålsuppe). Inoltre si possono gustare piatti a base di pesce affumicato, e accompagnare il tutto con del pane di ogni genere.
Come accennato all’inizio dell’articolo, in Danimarca un ruolo fondamentale lo gioca la pasticceria. La tradizione artigianale di dolci da forno è molto legata al mondo della panificazione, una tradizione molto variegata, con ricette diverse per ingredienti, lavorazioni e tempi di lievitazione. Il profumo del buon burro di questi lievitati, affianca quello del pane di segale, prosciutto e formaggio nelle due tipiche colazioni danesi: quella dolce e quella salata!
Tutti questi lievitati, tutta questa tradizione di lievitati dolci (la viennoiserie che in Danimarca prende il nome di wienerbrod) è avvolta da una antica leggenda che risale ai tempi dei vichinghi. La leggenda narra infatti che la sfoglia, originariamente a forma di fiore, nacque come dono che i guerrieri portavano al capo della tribù per chiederne la figlia in sposa.
La storia invece fa risalire la nascita della ricetta della sfoglia al 1850, anno in cui ci fu un forte sciopero dei fornai danesi che chiedevano il riconoscimento di un salario (invece di un vitto e alloggio in cambio del loro lavoro), sciopero che costrinse i proprietari delle panetterie ad assumere personale straniero, in particolare austriaco. Furono proprio questi ultimi che con la loro formazione viennese, introdussero l’utilizzo della pasta sfoglie nelle panetterie danesi.
Le cartoline di Carolina:
Sono 6 le cartoline che Carolina mi ha inviato durante il suo viaggio, ognuna con una storia, una curiosità, un qualcosa da sapere della città. Vediamole insieme:
Copenaghen: Kobenhavn in danese, è la capitale della Danimarca, classificata come la capitale più vivibile del Nord Europa, piccola ma ricca di attrazioni, bella da visitar in qualsiasi periodo dell’anno, considerata la più accogliente e … udite udite…. definita la città più felice d’Europa.
Questa felicità è legata al tenore di vita dei suoi abitanti, uno dei migliori al mondo (da ricerche effettuate sul tema, si è calcolato un tasso di soddisfazione che raggiunge il 97% degli abitanti della città): la bellezza della città, la gentilezza degli abitanti, l’efficienza dei servizi nonché dei servizi di trasporti, un Welfare presente ed efficace, la sostenibilità e l’attenzione al cittadino e alle sue esigenze, tutto questo contribuisce a rendere gli abitanti di Copenaghen ben lieti di pagare un po’ di più, in cambio di uno stile di vita serena, sana e senza stress!!
La Statua della Sirenetta: una scultura di bronzo, alta 1,25 mt, situata all’ingresso del porto di Copenaghen. La statua rappresenta (appunto) la Sirenetta, protagonista delle fiabe di Hans Christian Andersen “La Sirenetta”.
Il quartiere di Christiania: è la parte più particolare e originale della capitale danese, sede della comunità hippie di tutta la Danimarca. Con i suoi 850 residenti, il quartiere ospita una comunità autonoma, in totale autogestione, autogovernata in base alla Legge della Città di Christiania del 1989. Qui si possono trovare locali alternativi e chioschi dove si può acquistare e consumare liberamente hashish e marijuana. Bandite invece le automobili!
Biciclette: la Danimarca si sta sempre più affermando come nazione sensibilizzata nei confronti della sostenibilità, sia per quanto riguarda la mobilità, sia per l’approvvigionamento e la gestione dell’energia. Nella sola Copenaghen troviamo ben 350 Km di piste ciclabili, che permettono di spostarsi in bicicletta, in tutta sicurezza, per tutta la città. Ogni hotel ha a disposizione dei propri ospiti, un servizio gratuito o a noleggio di biciclette.
Fika: “c’è sempre tempo per fika”. Con il termine “fika” si racchiude un concetto, è un’espressione che significa “pausa caffè”, una filosofia di vita per rendere le giornate migliori, soprattutto nei periodi invernali. “Fika” è una parola svedese, uno slang, una trasposizione della parola “kaffi”, che in svedese antico significava “caffè” .
Fika rappresenta quel momento quotidiano durante il quale ci si concedono cinque minuti, sorseggiando una bevanda calda accompagnata da un dolcetto, in compagnia dei colleghi, degli amici o dei familiari. Solitamente ci si concede una fika un paio di volte al giorno, a metà mattina e a metà pomeriggio, per una pausa dallo stress quotidiano, ma molto più sentita e apprezzata, più consapevole.
Mikkeller: il più famoso birrificio danese, con tre punti degustazione, ristoranti e un’area in areoporto! Quella della Mikkeller è una storia che merita di esser conosciuta.
Il progetto Mikkeller nasce nel 2006 per opera di Mikkel Borg Bjergso (insegnamte di matematica e fisico) e Kristian Klarup Keller (giornalista). Le prime birre venivano sperimentate a casa di amici, realizzando le cotte nella cucina di Mikkel e in quella della mensa scolastica.
Con il crescere della domanda, nel 2006 costituiscono la società, presentandosi ufficialmente in pubblico per la prima volta al “Beer Festival di Copenaghen”, con ben 8 birre diverse!
Considerato come “birrificio zingaro”, la filosofia della Mikkeller è quella di realizzare le loro birre servendosi di attrezzature appartenenti ad altri birrifici, in giro per il mondo, senza possederne di proprie, servendosi di strutture ospite selezionate in Belgio, Danimarca, Norvegia, Regno Unito, Scozia e Stati Uniti.
Oltre un migliaio di birre prodotte, vendute in oltre 40 paesi in tutto il mondo e prodotte, gran parte delle loro birre sono disponibili solo per un tempo limitato e/o in una determinata area geografica. Birre stravaganti e sorprendenti, uniche e aromatizzate, alcune delle quali irripetibili.
Anche se non abbiamo qui la cartolina, non posso non accennarvi dei Giardini di Tivoli: il famoso parco divertimenti di Copenaghen, fonte di ispirazione per il Walt Disney World, un connubio perfetto tra tradizione danese e modernità. Spazi verdi curati, fontane scenografiche, roseti: un contesto fiabesco che ospita le più moderne attrazioni di ogni genere. Inaugurato il 15 agosto 1843, è il secondo parco divertimenti più antico che sia sopravvissuto intatto fino a oggi, dopo Dyrehavsbakken nella vicina Klampenborg.
Copenaghen si colloca sulle isole costiere di Zealand e Amager. È collegata a Malmo, nel sud della Svezia, attraverso l’Öresund Bridge… e lo sai perchè te lo dico? Perchè Carolina è andata anche a Malmo, ed anche lì ha trovato i nostri Kanelsnegle che in Svezia prendono il nome di Kanelbullar.
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Ti sono grata per il tuo supporto al mio lavoro!
La Danimarca è uno di quei paesi che mi mancano da visitare e ci andrei anche subito! A parte il freddo penso mi piacerebbe tantissimo. Io sono ordinata e precisa nella vita, tanto che mio marito mi chiama: il mio Monk. Non so se conosci Monk … ottime queste chiocciole, le ho fatte in passato e siccome adoro la cannella, ti lascio immaginare quanto mi piacciano. Brava Sabry, come sempre
Io adoro queste girelline. Adoro la cannella, adoro i lievitati dolci!!! il problema è che non sono capace di resistere quando le vedo. Se le preparo finisco per mangiarmele tutte appena sfornate. Il profumo di queste brioche….paradiso!!!!
Conosco bene queste deliziose e profumatissime brioche (io adoro la cannella!), grazie per la ricetta! me la segno subito! Un bacio
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