Nocchiata artenese

Nocchiata artenese

Dolci di Natale

Cos’è la nocchiata

La nocchiata è un dolce tipico di Artena (piccolo comune della provincia romana) che viene preparato nel periodo natalizio. E’ composto da soli due ingredienti: nocciole e miele, racchiuso tra due foglie di alloro.

E’ un dolce esclusivo del paese, non conosciuto altrove. Una ricetta antica, di origine contadina, che non si trova nei negozi o nelle pasticcerie (a meno che non facciate un salto ad Artena alla ricerca delle più caratteristiche e tradizionali pasticcerie locali), ma allo stesso tempo, difficile non consumarlo nel periodo natalizio presso le famiglie con membri più anziani.

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Ricetta di famiglia

Ci sono ricette che fanno parte della propria tradizione familiare, che racchiudono ricordi e sanno evocare emozioni al solo morso o anche al solo profumo.

Tra queste ricette, c’è sicuramente la nocchiata per me, un dolce immancabile nel periodo natalizio nella mia famiglia.

Artena

Artena è il mio paese natio.

Si tratta di un piccolo comune della provincia romana, arroccata sui Monti Lepini, a poco meno di un’ora di macchina dalla Capitale.

Per meglio descrivervi Artena, utilizzo una frase presa dal sito VisitLazio che meglio rende l’idea dello scenario che ci si trova davanti recandosi lì:

Artena si presenta come una cascata di tetti e case costruite a strapiombo sulla roccia. Nel centro storico, inaccessibile ai mezzi a motore, vicoletti e rampe in pietra si snodano davanti a grandi portoni in legno.

Si, perchè nel centro storico, arroccato sulle rocce, ci si arriva solo a piedi o a dorso di muli, attraverso stretti vicoli in pietra.

Nella vallata, ai piedi del “vecchio” paese, la parte più nuova e moderna di Artena.

Curiosità: ad Artena sono state girate alcune scene di “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli. Anche l’attrice Claudia Cardinale scelse questa cittadina per abitarci dopo averla conosciuta durante le riprese del film “Il prefetto di ferro” (1977) di Pasquale Squitieri.

Per altre curiosità, visitate il sito VsitLazio sulla pagina dedicata alla “mia” Artena.

La nocchiata

Il nome nocchiata deriva da “nocchie”, il nome con cui vengono chiamate le nocciole in dialetto artenese.

Come ogni ricetta tradizionale che si rispetti, anche quella della nocchiata vanta di una principale viariante: a seconda della famiglia che prepara questo dolce infatti , (nonchè dei propri gusti personali) c’è chi aggiunge più o meno miele a seconda si preferisca una nocchiata più morbida e appiccicosa piuttosto che dura e croccante.

Rarissimi i casi in cui alla nocchiata vengono aggiunte le noci. In questo caso però non si parla più di nocchiata tradizionale artenese!

Unica costante invariabile in ogni ricetta sono le foglie di alloro tra le quali questi piccoli rombi di nocchiata vengono racchiusi, particolarità questa che conferisce al dolce stesso quel tocco particolare e aromatico che la rende unica!

Come fare la nocchiata artenese

Dopo aver sminuzzato grossolanamente le nocciole con un coltello, vengono fatte cuocere per pochi minuti in una pentola insieme al miele portato a bollore.

Il composto vien poi steso sul piano lavoro leggermente inumidito. Lo spessore da dare alla nocchiata viene dato stendendo il composto con le mani (anch’esse inumidite) a formare un rettangolo.

Infine, quando il composto si raffredda (abbastanza da mantenere la forma), viene tagliato a rombi ognuno dei quali viene adagiato tra due foglie di alloro.

Lasciata poi raffreddare in frigorifero, la nostra nocchiata resta comunque morbida al morso (molto più morbida rispetto ad un croccante al sesamo) e talmente deliziosa che un pezzetto tira l’altro!

Alcune piccole varianti

La ricetta che si tramanda da generazioni nella mia famiglia, vuole l’esclusivo utilizzo di nocciole per la realizzazione della nocchiata (possibilmente del territorio), il miele di castagno, e foglie di alloro fresche.

Alla ricetta originale però possono esser apportate alcune piccolissime varianti:

  • l’utilizzo di foglie di alloro secche al posto di quelle fresche (laddove non sia possibile recuperarne di fresco) rinunciando ad un pò di quell’aroma e qualla particolarità tipica della nocchiata;
  • l’utilizzo di altro miele al posto del miele di castagno (soprattutto se si tratta di un miele che profuma di bosco come nel caso del Mielbio Miele del Bosco Rigoni di Asiago, un miele ambrato morbido, liquido, dal gusto pieno e aromatico)

Il ricordo di un Natale

Il Natale in casa era un periodo speciale durante il quale si respiravano i profumi ambrati e legnosi delle spezie e del miele, l’aroma vanigliato e ambrate del cioccolato, le note agrumate fresche e leggere: era il periodo in cui la produzione di dolci era maggiormente intensa, riservata esclusivamente a mia mamma e, prima di lei, a mia nonna.

Ricordo quelle note dolci che portavano con loro la sensazione di buono, di festa, di famiglia. Ed erano proprio quelle note che accompagnavano i miei risvegi in quei giorni di festa.

Erano giorni allegri e festosi, da trascorrere in famiglia.

Ricordo mia mamma che di buon mattino entrava in cucina e, nel silenzio della casa assonnata, allacciava il suo grembiule e si immergeva nella preparazione delle sue ricette delle feste.

La nocchiata era il dolce che preparavo insieme a lei: mentre mamma tagliava le nocciole, io mescolavo il miele caldo; poi, insieme, stendevamo il composto di nocciole e miele sul piano lavoro. Anche l’assemblaggio dei dolcetti tra le foglie di alloro era un momento da vivere “a quattro mani”.

Potete immaginare la soddisfazione di una bambinetta di poco più di sei anni che, con orgoglio, offriva i dolcetti preparati “con le sue mani” agli ospiti!

Dal Natale alla Befana: il dolce che accompagna tutto il periodo delle feste natalizie

Più volte vi ho raccontato che in casa non si comprava quasi nulla perchè tutto (o quasi) era di produzione propria, soprattutto se si parla di dolci, pane e pasta.

Il dolce che accompagnava tutto il periodo delle feste, dal Natale alla Befana, era proprio la nocchiata.

E non era un caso trovarne anche nella calza della Befana!

Anche le calze della Befana infatti erano “fatte in casa”: la nostra tradizione voleva l’utilizzo dei calzini più grandi di papà, da appendere al camino la sera del 5 gennaio, poco prima di andare a letto.

Era la sera in cui facevo più fatica a prender sonno, tanta l’emozione di aspettare l’indomani e scoprire cosa avesse lasciato la Befana nella calza!

L’indomani mi svegliavo molto prima che negli altri giorni e correvo subito in cucina a controllare se la Befana fosse passata o meno: mi sarò comportata abbastanza bene per ricevere dei dolcetti?

Qualche pezzetto di carbone non mancava mai nella mia calza (e non era carbone di zucchero come quello odierno), ma c’erano sempre anche tanti dolcetti vari (tra caramelle, scorzette di agrumi candite e cioccolata varia).

E indovinate un pò? Trovavo sempre anche della nocchiata chiusa in un sacchetto! Per anni mi son chiesta come mai la Befana preparasse gli stessi dolci che preparava mia mamma!

Tutti pronti per il nuovo anno?

“Tutti pronti per il nuovo anno” è il tema dell’appuntamento odierno con la Rubrica Al Km 0.

Per la merenda di tutta la famiglia ho voluto condividere con voi questa mia ricetta e provare a farvi vivere qui momenti di allegria e gioiosità di quella bimbetta di appena sei anni che prepara la nocchiata per gli ospiti.

Nocchiata artenese

Recipe by Sabrina Pignataro
5.0 from 4 votes
Course: Dolci, Ricette di famiglia, Dolci delle feste, Dolci del NataleCuisine: Cucina italiana, Cucina arteneseDifficulty: Facile
Servings

10

servings
Prep time

30

minutes
Cooking time

10

minutes
Total time

40

minutes

La nocchiata è un dolce tipico di Artena (piccolo comune della provincia romana) che si prepara nel periodo natalizio.
E’ composto da soli due ingredienti: nocciole e miele, e racchiuso tra due foglie di alloro.
Un dolce della tradizione popolare di Artena che viene tramandato digenerazione in generazione, la cui produzione è esclusivamente familiare.

Ingredients

Directions

  • Dopo aver sgusciato le nocciole, tritarle grossolanamente con un coltello.
  • Nel frattempo, in una pentolino, versare il miele e lasciarlo scaldare su fuoco basso.
  • Quando il miele raggiunge il bollore, unire il trito di nocciole e, mescolando con cura per qualche minuto, lasciare che il composto si addensi.
  • Inumidire il piano lavoro e trasferirvi il composto di miele e nocciole.

    (Oppure utilizzare una spianatoia, meglio se di marmo o acciaio, o ancora utilizzare una teglia dai bordi molto bassi. In ogni caso, inumidire il piano prima di versarvi il composto di miele e nocciole)
  • Con le mani inumidite, allargare il composto ancora caldo, a formare un rettangolo dello spessore di circa mezzo centimetro.
  • Lasciar raffreddare qualche minuto, così da avere un composto meno appiccicoso, ma non completamente rigido.

    Per agevolare questo passaggio, consiglio di versare il composto in una teglia dai bordi bassi (quasi inesistenti) così da trasferire il tutto nel freezer per 2-3 minuti.
    Riprendere quindi la teglia con il composto e (con le mani umide oppure con una spatola inox per pasticceri) ricomporre il rettangolo spingendo sui lati il composto di miele e nocciole che ha perso la forma (scivolato via).
    Sarà sufficiente ripetere questa operazione per 2-3 volte.
  • Una volta che il composto resta in forma, con un coltello tagliare prima delle striscie dalle quali ricavare poi dei rombi.
  • Aiutandoci con la punta del coltello stesso, sollevare un rombo alla volta e racchiuderlo tra due foglie di alloro (precedemtemente lavate ed asciugate completamente).

    Se nel sollevare i rombi di nocchiata questi perdono la forma, nessun problema: basterà modellarli con la dita e adagiarli tra le due foglie di alloro.
  • Pigiare delicatamente le foglie per farle ben aderire ai rombi di nocchiata, quindi adagiare i dolcetti sul piatto piano da portata.
  • Conservare in frigorifero fino al momento di servire.

Notes

  • *La quantità di nocciole da utilizzare dipende molto dal dolcetto che si vuol ottenere: per un dolce più morbido da sgranocchiare, consiglio di utilizzare 200 gr di nocciole a fronte di 300 gr di miele. Al contrario, per un dolce più “croccante” e compatto, aumentare la quantità di nocciole.
  • La nocchiata si conserva in frigorifero per diversi giorni, chiusa in un contenitore, mantenendo forma e consistenza.

Scopriamo insieme le altre proposte del menù “Tutti pronti per il nuovo anno”


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Simona
3 anni fa

Io adoro le ricette di famiglia, proprio mi affascinano da morire! questa naturalmente non la conoscevo ed è squisita, penso che non riuscirei a fermarmi davanti ad una tale bontà è anche molto bella bravissima tesoro ???

Daniela
3 anni fa

Ma tu guarda racchiuse all’interno delle foglie di alloro!!!!
Che belle queste ricette di famiglia ^_^
Un abbraccio

sabrina
3 anni fa
Reply to  Daniela

Si Dany, regalano quella particolarità che rende unica la nocchiata!

carla emilia
carla emilia
3 anni fa

Ciao Sabri, davvero buonissimo uesto dolce. Sai che per quante volte sono stata a Roma, anche per lunghe vacanze dai nonni e dagli zii non sono mai stata ad Artena, se torno, rimedierò di sicuro! Bacioni e buon anno 🙂

sabrina
3 anni fa
Reply to  carla emilia

Grazie mille Carla!
Sarebbe un onore per me accompagnarti e farti da cicerone!
Spero si possa organizzare presto!
Un abbraccio grande

Cristina
3 anni fa

Che meraviglia! Adoro le ricette di famiglia, hanno davvero un valore aggiunto ..

sabrina
3 anni fa
Reply to  Cristina

Si, vero, hanno quel non so in più che le rende speciali!

Gabriella Pizzo
3 anni fa

Ma…. poi si mangiano anche le foglie???
Adoro le ricette di famiglia e questa è una di quelle!!

sabrina
3 anni fa

No Gabriella, le foglie si piegano/tagliano/spezzettato man mano che si morde il dolce? però sono indispensabili per non appiccicarsi le dita, e poi donano quel profumo che li rende speciali

Elena
3 anni fa

Interessante davvero! Grazie mille per questo racconto e questa ricetta speciale! Un abbraccio

sabrina
3 anni fa
Reply to  Elena

Grazie mile a te Elena! Un abbraccio grande

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Marianna
Marianna
2 anni fa

Grazie per la ricetta. Ho assaggiato questo dolce nel reatino, dove qualcuno lo chiama nochiata qualcuno nociata. Me ne hanno regalato un pacco per Natale a metà Dicembre, si è conservato perfettamente fino ad oggi in un contenitore per biscotti a temperatura ambiente. Niente frigorifero. Spero di saperlo rifare, perché è veramente gustoso e qui dove vivo l’alloro fresco a disposizione abbonda!

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