Ingredienti
- 500 gr di farina 00
- 5 uova intere
- 15 gr di lievito di birra fresco
- 100 gr di strutto
- 1/2 bicchiere da tavola di liquore Mistrà*
- 1/2 bicchiere di latte vegetale
- 10 gr di sale fino
- 100 gr di zucchero semolato
- la buccia grattugiata di 1 limone
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 1 tuorlo per spennellare
*Il Mistrà può esser sostituito con del vino bianco da tavola.
Procedimento
- Lasciar ammorbidire lo strutto a temperatura ambiente.
- In un bricco versare il liquore e mescolare con la vaniglia. Tenere da parte.
- Scaldare leggermente il latte e scioglervi il lievito di birra insieme ad un cucchiaino di zucchero.
- In una ciotola setacciare 100 gr di farina prelevata dal totale indicato, e unirvi il latte con il lievito sciolto. Mescolare bene, coprire con della pellicola alimentare, e lasciar lievitare per 1 ora in un luogo asciutto e caldo (è perfetto nel forno spento con la sola luce accesa).
- Trascorsa l’ora, riprendere il composto raddoppiato di volume, e unire poca alla volta la restante farina setacciata, alternandola con un uovo sbattuto alla volta.
- Unire anche lo zucchero , il liquore lasciato da parte con la vaniglia, e lo strutto.
- Lavorare energicamente il composto. Questa operazione può esser fatta a mano o in planetaria. In quest’ultimo caso, iniziare ad amalgamare gli ingredienti con il gancio a foglia, a velocità media.
- Quando il composto inizia a compattarsi, aggiungere il sale e sostituire il gancio a foglia con il gancio ad uncino. Aumentare la velocità e lasciar lavorare per 10 minuti.
- Coprire con della pellicola alimentare e lasciar riposare fino al suo raddoppio. Ci vorranno circa 2-3 ore se lasciato nel forno spento con la sola luce accesa.
- Trasferire il panetto sul piano lavoro leggermente infarinato, e fare due giri di pieghe: stendere il panetto con la punta delle dita allungandolo a formare un rettangolo, quindi chiudere a metà ripiegando la parte superiore verso il centro, poi la parte inferiore verso il centro. Girare di 90 gradi e ripetere le pieghe. Ripetere due volte.
- Oliare e infarinare la teglia, e disporre il panetto al centro. Coprire con un panno asciutto e pulito e lasciar nuovamente lievitare per 2 ore, sempre al riparo da correnti d’aria (io sempre nel forno spento con la sola luce accesa).
- Spennellare la superficie del Piccillaro con il tuorlo sbattuto.
- Procedere alla cottura del Piccillaro in forno già caldo, a 220°C per i primi 10 minuti, poi abbassare la temperatura del forno a 180°C e proseguire la cottura per altri 30 minuti, fino a completa doratura. Fare la prova stecchino così come si fa per un classico dolce.
- Sfornare e lasciar raffreddare completamente.
Voglio condividere con voi questo video, che amo guardare e riguardare per riascoltare quell’accento che tanto mi sembrava strano da bambina, vedere quei muri grezzi delle case di una volta, e ricordare la casa che mi ha ospitata per tante estati! Mi sembra di risentire la voce di mia nonna che mi chiamava da su, in cima la salita di casa, e la sua voce che rimbombava per i vicoli stretti del paese, per quelle vie fatte di pietre. Mentre io correvo su quelle stradine, sbirciando ad ogni portone di legno che nascondeva una grotta o una stalla, alla ricerca di quegli asini che ragliavano ad ogni ora…
Dopo questo piccolo tuffo nel mio passato, scopriamo insieme il paniere odierno:
Carla: Torta ai pomodori secchi
Natalia: Colomba ai mandarini cinesi sciroppati a lievitazione naturale
Sabrina: Piccillaro lucano
Simona: Colomba Rinaldini (arancia e cioccolato fondente mia variante)
Zeudi: Casatiello
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[…] […]
E’ venuto benissimo Sabri, anche se quello della nonna resta insuperabile. Ma forse è l’importanza che diamo al ricordo che ci fa sembrare unica qualunque cosa proviamo a rifare, e mai come in questo periodo. Bacione a presto 🙂
Forse hai ragione te Carla, sarà per il valore affettivo che rappresenta che quello della nonna resta comunque un qualcosa di unico!
Un abbraccio grande
Non ne avevo mai sentito parlare, qui da noi si usa solo la colomba come lievitato pasquale e il panettone e pandoro per natale, è veramente invitantissimo, sia tu che Zeudi avete fatto due ricette bellissime, complimenti tesoro. Un bacione
L’Italia è ricca di tradizioni che variano a volte di paese in paese, se non di casa in casa!
Non so se ci sia realmente qualcuno che le conosce tutte, ma tutte tutte!
Grazie infinite Simo, son felice ti sia piaciuto!
Un abbraccio immenso
Per me questa è una meraviglia tutta da scoprire, di cui non avevo mai sentito parlare prima, perciò devo proprio ringraziarti per la ricetta e per i bei ricordi ad essa legati che hai voluto condividere. La cucina delle nonne viene dal cuore e nel cuore arriva, c’è poco da fare. Buona Pasqua, Sabrina.
Grazie infinite Zeudi!
Hai proprio ragione: arriva dal cuore e al cuore arriva!
Buona Pasqua amica mia!
Un abbraccio grande!
Ma che bello che ti è venuto. Anche io come te adoro rifare le ricette della mia nonna, anzi, da quando abito nella provincia di Benevento (io vengo da quella di Avellino) sto facendo mie anche le tradizioni delle nonne sannite. Ad esempio la pigna beneventana è diversa da quella irpina e somiglia molto a questo dolce che proponi oggi tu con l’uso, però, del liquore strega che è tipico della zona. Un grosso abbraccio
Usi e tradizioni che si mescolano tra loro, si somigliano, si differenziano in piccoli particolari…E’ la meraviglia della nostra tradizione culinaria che, a mio avviso, è meravigliosa!
Anche la mia cucina ormai è un pot pourri tra la cucina lucana (di papà), quella ciociara (di mamma), quella romana (dei Castelli romani per la precisione, per nascita), ed ora anche un pò marchigiana (per mia suocera). Il risultato sono piatti ricchi di profumi, di storia, di gusto!
Un abbraccio grande Nat!
[…] di Pasqua delle altre regioni (che potrebbero affiancare la nostrana pizza sbattuta romana) come il piccillaro (pane dolce tipico lucano), ed i coniglietti di mecoulin (pane dolce tipico […]
Grazie infinite x la ricetta… La mia mamma era di castelluccio inferiore, e a pasqua era tradizione mangiare il piccillato… Che ovviamente non veniva mai come li, con sugna, forno a legna, uova fresche e farina del mulino… Continuo io a portare avanti i ricordi. Ai miei figli piace tanto mangiarlo con i salumi, e guai a non fare “il pane giallo di pasqua della nonna”. Grazie quindi di vero cuore x aver condiviso ricetta e ricordi. La. Mia mamma continuerà a stare con noi…
[…] Colomba furba glassata alle arachidi, senza glutine e senza latticini. Pastiera Dairy Free Piccillaro lucano Pizza sbattuta romana Baccalà in umido con patate e olive #previenimangiando Conchiglioni […]
[…] pasquale salata Piccillaro lucano Pizza sbattuta romana Tozzetti salati con olive e pomodori secchi Bacalhau à Gomez De […]
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