Dal titolo di questo post, avrete già capito che è tornata Carolina con un carico di foto, informazioni utili e curiosità dei viaggi appena conclusi.
Questa volta ci porta in Bosnia per farci scoprire le meraviglie di Medjugorje e di Pocjilelj.
Cosa ci racconta Carolina di queste due città?
La visita a Medjugorje è durata 30” ed è esattamente il tempo che ci vuole a visitarla da turista e non da credente. Una tappa del Tour organizzato partito da Dubrovnik, prevedeva la sosta per la visita al Monte della Croce Krizevac e alla Chiesa di S. Giacomo. Ho iniziato una breve ascesa del Monte: il terreno è fangoso e ci si deve arrampicare su scalini improvvisati da sassi appuntiti. Il sentiero non è per niente lineare ed è abbastanza in pendenza ma vi stupirà vedere la forza e la costanza degli anziani che si incamminano su quel terreno. Sparsi qua e là sul sentiero ci sono degli spiazzi con altari e statue della Madonna per poter pregare e riposarsi di tanto in tanto mentre si sale. In quegli spiazzi è toccante e impossibile non notare la sofferenza e la speranza di chi prega. Ogni persona ha una storia particolare ed un miracolo da chiedere. Sulla cima del Monte è posto un crocifisso alto ben 12 Metri. Alla base dello stesso, così come ne centro della cittadina, ci sono banchetti e negozi di souvenir religiosi; tanti, forse troppi, e stona vedere che tra questi spuntano numerosi negozi di abbigliamento ed accessori contraffatti ma si sa: il business non guarda in faccia nessuno.
L’ultima tappa del tour organizzato prima del rientro in Croazia prevedeva una breve sosta nella città di Pocjitelj, sito UNESCO dal 2007. La città si trova sulla riva destra del fiume Naretva ed è attualmente popolato da una trentina di abitanti. La cittadina è stata notevolmente colpita dai bombardamenti tra il 1991 ed il 1993 ma è comunque di grande effetto incamminarsi lungo i vicoli in salita che portano verso quello che resta della fortezza. Ci si impiega circa 20 minuti a percorrere il percorso che porta fino in cima al paese e la vista dall’alto ripaga il piccolissimo sforzo fatto per arrivare fino a lì. Ai piedi del paese, graziose signore del posto, attendono i turisti che approfittano della sosta, per rifocillarli con frutta fresca.
Ma torniamo in cucina.
La cucina bosniaca ha subito numerose influenze da altre culture: oltre che dalla cucina turca e greca, ha un peso significativo anche la cucina austriaca per via del dominio dell’impero austroungarico sulla regione.
La carne ha un ruolo di primo piano nella cucina bosniaca: non è difficile infatti trovare grandi piatti di carne mista! Un altro ingrediente ricorrente nelle loro preparazioni è il latte, utilizzato assoluto o in una crema dal nome pavlaka.
Nello studio della loro cucina, ad incuriosirmi particolarmente sono state le palačinke, un dolce tipico che per preparazione e per aspetto, assomigliano molto alle crêpes francesi. Ma non fate l’errore di confonderle: la palačinka è priva di burro, la sua composizione è a base di farina, uova, latte e zucchero.
Vengono generalmente servite arrotolate con ripieni di marmellate o cioccolata, spolverate di zucchero a velo, cacao o guarnite con panna.
Il dolce è particolarmente diffuso in Bosnia ed Erzegovina, e in Croazia (che ne rivendica l’origine); ma si trova anche nella cucina italiana nella provincia di Trieste e nelle zone al confine con la Slovenia…e non solo. La storia attribuisce questo piatto all’Ungheria ma, visto il predominio austroungarico in Bosnia, sono divenute un piatto tipico bosniaco.
Andiamo insieme a vedere come realizzarle.
Ingredienti
(per 4-6 pz)
- 100 gr di farina
- 1 uovo
- 2 dl di latte
- un pizzico di sale
- olio di semi
- zucchero a velo e/o cacao in polvere per decorare
Per chi ha problemi di allergia o intolleranza al latte, può sostituirlo con una bevanda vegetale (al riso ad esempio) ed avere lo stesso ottimo risultato. Per il ripieno ho utilizzato la Nocciolata senza latte e la Fiordifrutta Ribes Rosso entrambi della Rigoni di Asiago.
Procedimento
- Mescolare la farina setacciata con il sale e lo zucchero.
- Aggiungere l’uovo, mescolare con le fruste e versare a filo il latte. La consistenza deve essere liquida ma densa.
- Far riposare il composto in frigorifero, coperto di pellicola, per un’ora.
- Ungere una padella antiaderente con poco olio e poi scaldarla (fiamma media).
- Versare con un mestolo la pastella (rimescolata bene ad ogni mescolo prelevato così da evitare che la faina si depositi sul fondo), e ruotare la padella così che il composto si distribuisca uniformemente in uno strato sottilissimo.
- Non appena la palačinka inizia a formare delle bolle, girarla sull’altro lato e lasciar dorare anch’esso.
- Man mano che le palačinke vengono preparate, tenerle da parte coperte da un canovaccio pulito fino a terminare tutta la miscela.
- Farcire con la confettura e/o la cioccolata, arrotolare ogni palačinka, spolverare con zucchero a velo o il cacao in polvere, e servire
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Poco ci interssa della visita a Medjugorje e di Pocjilelj. E comunque, le palacinke non sono tipiche Bosniache, ma di buona parte dell’ Europa Centrale. Studiare, please.