Le frittelle di zucca salate sono dei bocconcini sfiziose e semplici da preparare, ideali da servire e completare un secondo piatto, favolose come antipasto o appetizer.
Dorate e croccanti fuori, morbide e gustose dentro, queste frittelle si preparano grattugiando la zucca e mescolandola ad altri semplici ingredienti. Fritte o al forno, sono in ambo i casi davevro squisite.
Pronte in pochisismi minuti, queste frittelle di zucca salate si preparano senza lievito, pertanto non richiedono di tempi di lievitazione. Inoltre si possono personalizzare aggiungendo mix di erbe aromatiche e spezie che più si preferiscono.
Per delle frittelle ancor più sfiziose, è possibile aggiungere dello speck tagliato finemente, oppure della pancetta o della salsiccia sbriciolata.
E’ possibile arricchire le frittelle di zucca con del foraggio gtrattugiato o in piccoli pezzi che più si preferisce. Io ho utilizzato del Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi per avere delle frittelle senza lattosio da poter offrire anche agli intolleranti al lattosio.
Oggi vi propongo la versione fritta, una frittura leggera, non pesante e oleosa.
Ma come ottenere una frittura ad hoc? Basta seguire piccole accortezze. Proseguendo la lettura oltre la ricetta, troverete l’elenco dei segreti di una buona frittura.
Come friggere in modo perfetto
Consigli per un fritto a regola d’arte
Si sa, quando si parla di fritto, tutto assume un aspetto ed un gusto maggiore!
Si, è vero, così come è altrettanto vero che non tutto il fritto è buono, o almeno, non tutto il fritto è ben fatto!
Ci sono alcune piccole regole (o accorgimenti) da seguire per ottenere una orretta frittura, che garantisca un risultato croccante ma leggero, che non resti unto e pesante al palato.
Dalla scelta dell’olio alla panatura: le dritte per un fritto perfetto.
1. La scelta dell’olio.
Come prima cosa, bisogna scegliere l’olio giusto per la frittura. Come sceglierlo?
Tutto dipende dal punto di fumo dell’olio, ossai la temperatura massima che un olio può raggiungere prima di cominciare a bruciare.
Gli oli che arrivano al punto di fumo più elavto sono l’olio extra vergine di oliva, e l’olio di semi di arachide.
Il primo ha un sapore molto deciso e intenso che può interferire con il sapore della frittura, “appesantire” il gusto del fritto. Di contro c’è anche un elevato costo dell’olio extra vergine di oliva.
Per i motivi di cui sopra, un’eccellente sostituto per ottime fritture è l’olio di semi di arachide, dal sapore più delicato e prezzo più basso.
L’olio di girasole o l’olio di mais hanno un punto di fumo troppo basso e, eprtanto, non sono indicati per le fritture.
2. Temperatura dell’olio
.Bisogna poi far attenzione alla temperatura dell’olio: per una frittura croccante, leggera e che non risulti unta al palato, la temperatura giusta è compresa tra i 165° e 180°.
In commercio esistono diversi termometri per calcolare la giusta temperatura dell’olio. C’è però anche un metodo casalingo per capire quando è il momento giusto per “buttar giù” il cibo: è la prova del pezzettino!
Basta gettare nella padella con l’olio caldo un piccolo crostino di pane o di carota: se affiora subito in superficie sfrigolando e tutt’intorno si formano delle bollicine, la temperatura dell’olio è buona e si può iniziare a friggere.
3. Quantità di olio
Una volta scelto l’olio più adatto per la nostra frittura e stabilita la giusta temperatura, bisogna far attenzione alla quantità di olio da utilizzare.
Non sempre “il troppo storpia”: in quetso caso infatti, la proporzione crretta è esattamente l’opposto.
Infatti, se i cibi cuociono immersi nell’olio, risulteranno più leggeri e croccanti.
4. Quantità di cibi fritti
Anche la quantità di cibi introdotti in padella a friggere è importante: troppi pezzi alla volta potrebbero far abbassare la temperatura dell’olio; con conseguente cibo pesante e unto, poco croccante.
La buona regola è quindi friggere pochi pezzi alla volta. Una volta immerso i cibi, alzare la fiamma e aspettare che il cibo inizi a sfrigolare.
5. La padella giusta
La padella giusta per la frittura deve avere le seguenti caratteristiche: fondo e lati alti, bordi dritti, bassa e larga.
La migliore è in ferro, seguita poi dalle padelle in alluminio e rame, entrambi materiali che consentono di scaldarsi in tempi brevi e in modo uniforme.
Le padelle in acciaio sono poco indicate per la frittura poichè non in grado di condurre il calore in modo uniforme, a meno che non abbiano rivestimento apposito antiaderente.
Oggi ci sono diverse friggitrici casalinghe che sostituiscono le padelle, silenziose e inodore. Ultimissime anche le friggitrici ad aria.
6. Quale panatura scegliere.
Altro aspetto importante per una buona riuscita del fritto è la scelta della panatura o della pastellatura.
Per ogni cibo che si va a preparare infatti, c’è una giusta crosticina. Questa si ottiene con una panatura, con la pastella o con una infarinatura. Patate a parte, sono pochi gli alimenti che vengono fritti al naturale. Troviamo infatti le
- infarinature, ideali per carni bianche (scaloppine ad esempio), verdure al forno, pesce e molluschi
- infarinature con uovo, dove l’alimento vine prima immerso nell’uovo sbattuto e poi passato nella farina (tecnica questa che utilizzo principalmente per le fettine di carne bianca o le “bistecche” di verdure quali, ad esempio, le melanzane)
- panatura, l’utilizzo cioè di pangrattato per “rivestire” un alimento, che di norma vuol un passaggio preliminare dell’alimento nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato per un’aderenza di quest’ultimo migliore.
- panatura viennese si differenzia dalla prima per un primo passaggio dell’alimento nella farina, poi nell’uovo sbattuto e, in fine, nel pangrattato, Questo metodo garantisce una impanatura più croccante ed è utilizzata principalmente per fritti di carne ma indicata anche per tranci di pesce o verdure lessate.
- pastellata, ossia “avvolta” da una pastella realizzata con uova, farina, sale ed acqua (meglio se ben fredda e frizzante). Quest’ultima viene sostituita con birra o con del latte. Questo metodo è più indicato per friggere verdure, frutta, pesci dal sapore deciso (come il baccalà ad esempio).
7. Il sale
Anche il sale ha un’importanza elevata per una buona riuscita del fritto: esso infatti tende a richiamare l’acqua (osmosi), motivo per il quale se aggiunto prima della cottura, tende ad inumidire la superficie esterna dell’alimento; fattore questo che farà risultare il fritto poco croccante.
Pertanto il sale va aggiunto alla fine della cottura, prima però che l’alimento di raffreddi.
8. Come conservare il fritto
Una volta fritto il cibo va prelevato con un mestolo forato o l’apposita ramina ragno e adagiato in un piatto con carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Bisogna far però attenzione alla carta assorbente che si utilizza poichè se colorata, potrebbe rilasciare delle sostanze pericolose per la nostra salute. Meglio quindi se carta paglia politenata ad uso alimentare.
Fatto ciò, il nostro fritto andrà conservato nel forno caldo ma spento e con lo sportello semi-aperto per evitare che il vapore renda molle il cibo e perda quindi il fattore croccante del fritto stesso. Quest’ultimo è il motivo stesso per cui il fritto non va mai coperto.
Accorgimenti
Durante la frittura non è necessario sostituire l’olio, l’importante è però non utilizzarlo per successive fritture! Quando durante la frittura l’olio forma della schiuma in superficie sta ad indicare una temperatura bassa dello stesso: in tal caso, basta eliminare la schiuma con una schiumarola ed aspettare che la temperatura risalga.
Il fritto va girato quando, dopo averlo tuffato nell’olio caldo, torna in superficie e risulta dorato nel lato inferiore. Se si tratta di fritti ripieni, bisogna però giratlo più spesso e, soprattutto, far attenzione asigillare bene i bordi.
Altro fattore negativo per il fritto della bassa temperatura dell’olio è un risultato unto, pesante e poco croccante. Questo perchè se durante la cottura c’è un abbassamento di temperatura dell’olio, l’alimento ne assorbe in quantità maggiore.
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