I cannelloni ai sapori messicani sono un primo piatto ricco di sapore: una ricetta classica italiana di pasta fresca ripiena, che racchiudere un cremoso ripieno realizzato con la ricetta tradizionale messicana del chili con carne.
Un classico della cucina italiana che si fonde con un classico della cucina messicana. Collante tra le due tradizioni è lui: il pomodoro!
Una fusione tra due tradizioni per portare in tavola un piatto carico di sapore e aromi, ottimo da preparare in occasione di un bel pranzo in famiglia o tra amici.
Io l’ho preparato in occasione del concorso gastronomico “Xitomatl-Pomodoro”.
Il Concorso Gastronomico Xitomatl-Pomodoro.
In occasione della Giornata della Gastronomia Messicana, che si tiene il 16 novembre di ogni anno, l’Ambasciata del Messico in Italia ha indetto un Concorso Gastronomico denominato “Xitomatl-Pomodoro“, in onore e per festeggiare tale ricorrenza.
Lo scopo del concorso è quello di fondere le ricchezze culinarie di due Paesi così lontani (l’Italia ed il Messico appunto), evidenziando le tradizioni di entrambi i Paesi.
Uno su tutti è l’alimento che accomuna in modo più significativo (per il suo largo consumo) i due Paesi: il pomodoro.
Vai alla ricettaIl pomodoro: la storia.
Tanti i prodotti di origine messicana che contribuiscono al patrimonio culinario mondiale come (ad esempio) il mais, il cacao, la vaniglia, l’avocado, il peperoncino piccante, e lui: sua maestà il pomodoro!
Il pomodoro (selvatico) è originario del Sudamerica occidentale. Fu portato nell’America centrale e coltivato dai Maya, i quali svilupparono il frutto nella forma più grande che conosciamo oggi.
Tale coltivazione fu adottata anche dagli Aztechi, che lo coltivarono nelle regioni meridionali del Messico. Fu qui che Hernán Cortés lo vide durante l’occupazione della regione (tra l’anno 1519 ed il 1521).
Dal Messico i semi giunsero in Spagna al seguito di coloni e missionari, che ne presero in prestito anche il termine “tomatl”, usato dagli indigeni, denominando “tomate” questo nuovo frutto.
Dopo la Spagna, fu l’Italia a conoscere il pomodoro, grazie agli stretti rapporti esistenti tra i Borbone e le famiglie regnanti dell’epoca, nonchè ai domini spagnoli sul territorio italiano.
Tuttavia, la diffusione del pomodoro nel nostro Paese fu assai lenta: la diffidenza iniziale verso questo nuovo frutto (non associabile a nessun cibo già conosciuto) ne limitò il consumo.
La sperimentazione gastronomica del pomodoro ebbe inizio solo nel ‘700, ma la sua più ampia diffusione avviene solamente nell’800, fino a giungere al consumo che noi oggi conosciamo.
(Fonte: La storia del pomodoro- I Musei del Cibo)
La scelta della ricetta
Quando ho appreso del concorso, ho pensato subito ad un piatto che potesse rappresentare al meglio i due Paesi, e a come creare una fusione tra i due.
Per l’Italia ho voluto preparare non solo un classico della tradizione gastronimoca italiana, ma che fosse anche un classico del mio bagaglio culinario familiare: i cannelloni.
Il piatto tradizionale della domenica delle feste o delle occasioni speciali, quando si riuniva tutta la famiglia intorno alla tavola.
La pasta all’uovo fatta rigorosamente a mano, preparata di prima mattina, veniva poi arrotolata per trattenere chiuso in sè il ricco ripieno di carne.
La cottura dei cannelloni viene fatta in forno, dove a completare il piatto non manacava mai un filante strato di mozzarella, mentre il suo profumo inondava ogni stanza della casa.
Poi la mamma portava in tavola la teglia fumante di cannelloni, ed era già festa!
Pensando al Messico, invece, non ho saputo resistere alla bontà di un piccante piatto di chili con carne.
Si tratta di uno stufato composto da peperoni, generalemnete piccante, con carne (solitamente di manzo), passata di pomodori, e fagioli neri o rossi.
E’ uno dei piatti principali nei ristoranti di cucina messicana presenti in tutto il mondo.
Sposare insieme le due tradizioni non è stato difficile: il chili con carne è divenuto (una volta pronto) il ripieno dei miei cannelloni, conditi da un sugo leggerissimo di pomodori e cipolla che va a sigillare tutti i sapori, senza appesantire la pasta già ricca grazie al suo ripieno.
Le variazioni dalle ricette originali.
Come ogni ricetta tradizionale che si rispetti, anche la mia ricetta fusion ha delle piccole variazioni nella scelta degli ingredienti utilizzati, variazioni determinate da necessità personali a seguito di allergia alimentare al latte e derivati del latte.
Ne deriva così la sostituzione della carne di bovino con della carne bianca di tacchino nella preparazione del chili, e l’assenza di filante mozzarella sui cannelloni ma la sostituzione con del Parmiggiano Reggiano stagionato 36 mesi (unica concessione permessa una tantum, purchè in piccole quantità).
Per quanto riguarda la nota piccante del piatto, ho preferito un sapore leggermente piccante, per non sovrastare tutti gli altri sapori, ma legarsi armoniosamente ad ognuno di loro.
Ad adempiere a tale scopo, è stato un piccolo peperoncino coltivato in casa, lasciato essiccare al sole la scorsa estate, proprio come faceva mia nonna.
La storia dei cannelloni.
A differenza degli altri formati di pasta, la storia dei cannelloni è abbastanza recente. Basti pensare che non si parla di loro neanche nel grande libro dell’Artusi.
Solo a partire dal 1900, e solo in alcuni libri di cucina destinati alle padrone di casa della buona borghesia che sapevano leggere, iniziano a comparire i primi accenni di questa pasta considerata da alcuni come una pasta di recupero degli avanzi, e come un primo piatto delle feste da altri.
Rispetto ai classici cannelloni, sono forse più antiche e più conosciute le crèpes salate, farcite e poi arrotolate, utilizzate appunto come primo piatto al posto della pasta.
Fu il cuoco napoletano Vincenzo Corrado che, secondo alcuni racconti tramandati dalle passate generazioni, utilizzò per primo questo formato di pasta, scegliendo una miscela di ingredienti prelibati ed eleganti, unendo tartufi ed un misto di carne per i suoi cannelloni.
La loro maggiore diffusione si ebbe solo a partire dal primi anni del 1900, quando furono presentate ricette innovative, e la presenza dei cannelloni si estese sino a trovare posto sui libri di cucina. Da allora i cannelloni sono stati presentati sempre con ingredienti più ricercati, elaborati e molto gustosi, così da ottenere il ruolo di “portata importante” per le grandi occasioni, e non più solo come un piatto di recupero.
La storia del chili con carne.
Il chili con carne è un secondo piatto tipico della cucina messicana e tex-mex, spesso accompagnato da riso in bianco o tortillas di mais, e considerato anche come piatto unico.
Si tratta di una sorta di stufato di carne, cotta a lungo nella salsa di pomodoro, insieme ai peperoni e ai fagioli.
Chiamato anche semplicemente chili (o chilli), una parola spagnola che sta per peperoncino, uno degli ingredienti principali di questa pietanza.
Le origini di questo piatto sono ancora motivo di diatriba per stabilirne la patria natale.
Secondo alcuni infatti, il chili ha origine da un’antica ricetta utilizzata nel Sud degli Stati Uniti, utilizzata per conservare più a lungo la carne, in base alla quale quest’ultima veniva prima essiccare con burro e peperoncino, e poi farla bollire in pentola.
Verso la fine dell’800, in Messico, nacque un’altra ricetta più simile al chili così come lo conosciamo oggi: è proprio questa la teoria più accreditata secondo la quale furono proprio i messicani a diffondere il chili con carne prima in Texas, e poi nel resto degli Stati Uniti.
A partire dall’Expo del 1893 che si tenne a Chicago, il chili con carne ebbe modo di farsi conoscere ed apprezzare da un più grande pubblico, fino a giungere alla larga diffusione dei giorni odierni.
Senza indugiare oltre, vi lascio alla ricetta dei cannelloni ai sapori messicani, una ricetta un pochino lunga nella preparazione, ma non complicata. Il risultato è una vera gioia per la vista, nonchè un’immensa delizia per il palato e l’olfatto per il suo profumo e l’esplosione di sapori che si sprigionano in bocca.
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