Il bensone, chiamato anche balsone o bassolano (o bensòun in dialetto modenese), è un dolce tipico della città di Modena le cui origini sono antiche, dalla caratteristica forma arrotolata che viene servito a fette.
Si tratta di una sorta di “crostata arrotolata”, un dolce di pasta frolla che viene letteralmente arrotolato e servito a fette da inzuppare in un bicchiere di Lambrusco a fine pasto e favoloso anche con il caffellatte al mattino.
E’ un dolce molto semplice che si prepara con pochissimi ingredienti. Lo si prepara semplice, senza farcitura, oppure farcito con la confettura, in quest’ultimo caso la tradizione vuole che di prugne o amarene.
La ricetta originale prevede l’utilizzo di farina, ova, latte, burro e miele. Dopo la scoperta dello zucchero da barbabietola, il miele fu sostituito dallo zucchero. In questa mia rivisitazione anche il latte è stato sostituito da alternativa vegetale così come il burro: diventa quindi una frolla adatta a coloro che hanno intolleranza al lattosio o allergia al latte e suoi derivati.
Dalle origini del bensone ad oggi
Le origini del bensone risalgono al Medioevo ed era il dolce preparato in occasione della ricorrenza di San’Eligio (Sant’Alò in dialetto), protettore degli orafi e dei fabbri, ricorrenza che cade il 1 dicembre.
Il bensone deve il suo nome dalla tradizione popolare di far benedire il dolce in chiesa in occasione del Sabato Santo e di altre feste religiose. Da questa usanza nasce il nome “bensone” che in dialetto modenese sta a significare “pane benedetto”.
Il dolce originario era semplice, preparato cioè senza farcitura, servito come dessert di fine pasto accompagnato da un bicchiere di Lambrusco.
Oggi il bensone è presente in molte varianti, con ripieni di confetture o di crema alle nocciole e cioccolato.
Questo “biscottone” secco, dalla forma ovale, è delizioso da consumare in qualsiasi momento della giornata, dalla colazione alla merenda così come dolce di fine pasto.
Da quando l’ho scoperto lo preparo spesso vista la sua semplicità nell’esecuzione e la sua bontà, e diventa non soltanto l’ingrediente della nostra colazione, ma anche la scelta della mia proposta per il paniere odierno della Rubrica Il Granaio – Baking Time.
Ingredienti e varianti
. Farina: utilizzare la farina tp.00 oppure tp.0.
In caso di celiachia, sostituire la suddetta farina con quella di rico da mescolare con la fecola di patate, oppure optare per un mix di farine senza glutine già predosate (in commercio ne esistono diverse). Se si opta per uno di questi mix senza glutine, si può omettere la fecola di patate indicata in ricetta perchè già presente nel mix stesso. In tal caso, il totale del mix di farine senza glutine da utilizzare ammonta a 140 gr.
. Zucchero: si può utilizzare il miele come da ricetta tradizionale. Il rapporto è di 2:1, ossia 200 gr di zucchero = 100 gr di miele. In questo caso, optare per un milee chiaro, dal gusto delicato.
. Lievito: se non si ha a disposizione del lievito in polvere per dolci (o in caso di celiachia non si ha il lievito senza glutine per dolci), è possibile sostituirlo con con le seguenti alternative:
- 8 gr di cremor tartaro + 1 cucchiaio di bicarbonato
- 5 gr di ammoniaca per dolci
- 1 cucchiaio di bicarbonato + 30 ml di aceto di mele
- 1 cucchiaio di bicarbonato + 30 ml di succo di limone
- 1 cucchiaio di bicarbonato + 4 albumi montati sodi
. Latte: utilizzare latte vegetale per un dolce senza lattosio e senza proteine del latte.
In commercio ne esistono di diversi, dal latte di soia al latte di frutta secca a guscio in mix. Per una frolla dal colore chiaro e gusto delicato ho scelto di utilizzare il latte vegetale di soia, morbido e corposo.
. Aromi: è possibile optare per un aroma delicato e caldo come la vaniglia. Questa la si può aggiungere o in semi (ricavati dalla stecca) oppure liquida (1 cucchiaino di estratto).
In alternativa si può scegliere di aromatizzare il dolce con note più vivaci dell’anice, aggiungendo un cucchiaio di liquore all’anice.
. Farcia: si può scegliere di lasciare il dolce in semplicità, si avranno quindi delle fette di biscotto inzupposi perfette per la prima colazione, da pucciare nel caffè a fine pasto o, ancora, in un bicchiere di buon vino!
In alternativa si può farcire la frolla con la confettura (aspra come da tradizione, che crea quindi il giusto contrasto con la dolcezza della frolla), o con della crema spalmabile alle nocciole e cacao.
. Per spennellare: ho spennelato il mio bensone con un tuorlo sbattuto con del latte vegetale prima di ricoprirlo con la granella di zucchero. Questo mix non solo funge da perfetto “collante” per la granella, ma dona al biscotto una doratura eccellente.
L’impasto del bensone può esser lavorato a mano disponendo gli ingredienti a fontana sul piano lavoro o riunire tutti in una ciotola, oppure si può lavorare in planetaria congancio a foglia (K) per poi proseguire a mano.
Scopriamo insieme le altre proposte del paniere odierno:
Il Granaio – Baking Time
Federica: Friands ai mirtilli e cioccolato bianco
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Simona: Pane nero di montagna (con biga)
Zeudi: Torta di albumi al limone e mandorle
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Guarda, non lo conoscevo , quindi grazie per avermi fatto conoscere una simile meraviglia della pasticceria modenese???lo proverò senz’altro
Di una bontà infinita, cugino stretto dello strudel quello dell’alto Adige fatto con la pasta frolla non so cosa preferisco li amo tutti e due brava!
Questi dolci semplici, tradizionali, sono da sempre i miei preferiti. Questo in particolare ha un aspetto bellissimo che mi attira molto, con quella crepa centrale che lascia intravedere il ripieno… Mamma mia, che fame!!
E già che la marmellata di amarene mi piace moltissimo, sono pronta per la colazione!!!
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