Cracker Bread
Il lavash è un pane di antiche origini armene, privo di lievito, diffuso in tutto il Medio Oriente. Si tratta di una sorte di piadina molto sottile e croccante (più simile a dei crackers) realizzata da un impasto semplice di acqua, farina e sale, stesa molto sottilmente e arricchita da un mix di semi di papavero e sesamo.
Il Lavash può esser realizzato in forma rettangolare, tonda o quadrata, servito intero o già spezzettato. Per un risultato ottimale è importante lavorare brevemente l’impasto e farlo riposare tra una lavorazione e l’altra (ovvero le pieghe) per favorirne l’idratazione e permettere alla maglia glutinica di distendersi.
Breve la lavorazione e la cottura ad alte temperature garantiscono un pane fragrante e delicato, che si presta ad essere consumato sia caldo che freddo, ottimo da solo e strepitoso per accompagnare le diverse pietanze.
Semplice negli ingredienti e nella preparazione, il lavash richiede solamente l’utilizzo di una farina con proteine alte oppure una farina forte tipo Manitoba.
Appena sfornato il lavash ha una consistenza relativamente morbida (se lasciato ad uno spessore poco più alto), mentre a freddo acquista crocantezza; motivo questo per il quale viene anche chiamato “cracker bread“.
La ricetta originale rpevede l’aggiunta di semi di papavero e sesamo, ma è possibile farcirlo a proprio gusto prima di infornarlo aggiungendo delle cipolle a rondelle sottili, spezie ed erbe aromatiche varie.
La particolarità del lavash armeno è la cottura negli appositi forni “tonir” (focolare scavato al centro del pavimento delle tipiche case armene, soprattutto in campagna, una sorta di fossa con pareti rivestite in terracotta che funge anche da riscaldamento della casa), nonchè i riti e le tradizioni legate a questo pane.
La cucina armena
Nel corso della storia un susseguirsi di migrazioni e invasioni hanno influenzato notevolmente la cucina armena, tanto da rendere difficile risalire ad antiche ricette tradizionali armene prive di contaminazioni di altri popoli.
Ciò che resta invariato però ed unisce tutti gli armeni nel mondo è proprio il pane, in particolare il lavash!
Ancora oggi, infatti, nella cultura armena persiste una forte ritualità legata al grano e, di conseguenza, alla panificazione: il pane infatti diventa simbolo di nutrimento quotidiano.
La preparazione del pane è sempre stato un momento molto importante della vita domestica, momento in cui anticamente le donne della famiglia si riunivano intorno al tonir per preparare il pane previa benedizione dello stesso, momento scandito da compiti e ruoli ben precisi, ognuno dei quali dal proprio significato, a seconda dell’età e del ruolo in famiglia.
Tra tradizione e riti
In base a queste regole, la preparzione del pane era riservata alle donne della famiglia perchè il pane era collegato alla fertilità: non a caso, la forma del tonir era tonda, a simboleggiare il grembo materno. Ogni donna aveva un compito preciso (chi doveva maneggiare la farina, chi doveva occuparsi dell’impasto, chi di stendere la pasta e così via), mentre era vietato preparare il lavash per le donne vedove, senza figli o impossibilitate ad averne.
Altro rito legato al lavash si ha in occasione di un mtrimonio: quando i genitori della sposa si recano in visita i consuoceri (genitori dello sposo), si mette il lavash sulle spalle degli sposi e, se il pane cade, è considerato un cattivo segno.
Il lavash
Il lavash è il pane armeno per eccellenza, tra i più antichi pani nella storia del Caucaso, una tradizione tramandata da generazione in ogni famiglia.
La particolarità di questo pane è l’assenza di lievito e la semplicità della sua lavorazione, dalla lunga durata (conservazione) senza perdere fragranza e sapore.
In antichità il lavash veniva steso sulle pareti del tonir, dando una forma tonda e sottile, conservato in alte pile. Bastava poi avvolgere in un panno umido il disco di lavas per un quanrto d’ora per riavere un pane morbido, flessibile come appena fatto.
Per tutti questi motivi, il lavash è stato riconosciuto come Patrimonio dall’UNESCO.
Per il mio lavash ho scelto di arricchirlo con un’emulsione di acqua, olio e rosmarino e di aggiungere dei semi di papavero, senza il sesamo.
Oggi lo preparo per le amiche della Rubrica Il Granio-Baking Time.
Scopriamo insieme le altre proposte del paniere odierno:
- Simona: Pane di farro monococco di tipo 2 e lievito madre
- Teresa: Baguette mediterranee con lievito madre
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Che meraviglia questo pane/cracker! Perfetto per quando occorre evitare lievito davvero brava tutti i tuoi pani sono originali e io li adoro
Ti ringrazio tantissimo Simo!
È davvero semplice e veloce prepararlo, unica accortezza sono proprio i riposi da concedere all’impasto e le pieghe iniziali on l’impasto così appiccicaticcio…. Ma una volta sfornato, sparisce in un baleno!
Questa ricetta la voglio provare anch’io! Adoro le consistenze croccanti! Davvero un ottimo lavoro Sabrina ❤️
Ti ringrazio tanto Teresa, sono felice ti sia piaciuto. Provalo perché son certa che all’assaggio ti piacerà ancor di più!
Mi ha conquistato la sola immagine, figurati averne un pezzetto fra le mani. Ottima proposta ☺️
Son felice ti piaccia Dany!
Devi provarlo, è davvero ottimo!
Qui l’hanno divorato sgranocchiandolo da solo, ma è stato ottimo anche per accompagnare verdure varie e salse!
Grazie mille Dany!