La brioche che si crede un panettone
Il Pan brioche al mandarino è un lievitato dolce soffice e delizioso nel profumo e nel gusto. Una variante della classica brioche, preparato nello stampo del panettone e confezionata come tale, diventa un dolce perfetto da portare in tavola durante il periodo delle feste natalizie, Capodanno ed Epifania compresi.
Senza burro ma altrettanto soffice e goloso
Il Pan Brioche al mandarino è realizzato senza burro e, pertanto, è un dolce perfetto per chi deve eliminare latte e derivati dal proprio regime alimentare.
L’assenza del burro non influenza la morbidezza e sofficità di questo pan brioche. Inoltre la presenza di succo di mandarini rende l’aroma, il profumo ed il gusto di questa brioche davvero unici.
Semplice da preparare, perfetto per ogni occasione
Realizzarlo è semplicissimo e basta utilizzare uno stampo per panettone per renderlo perfetto come sostituto del classico panettone di Natale, perfetto per tutto il periodo delle festività, Capodanno ed Epifania compresi!
Inoltre, è un’ottima idea regalo da preparare con le proprie mani anche per chi non ha molta affinità con i grandi lievitati: una volta pronto, basterà confezionare il pan brioche al mandarino e portarlo in dono.
E’ altresì perfetto per la colazione e la merenda di tutta la famiglia, nonché come dessert da fine pasto da servire in semplicità o da accompagnare ad una crema pasticcera, crema al caramello o chantilly (sempre senza proteine del latte) o un bicchiere di glogg o vin brulè.
Ed è la mia proposta per il primo appuntamento in questo nuovo anno con la Rubrica Il Granaio-Baking Time… Perchè infondo siamo ancora nel periodo festivo e si sa: “L’Epifania ogni festa porterà via!” quindi io continuo a festeggiare con gusto ancora!
La calza della Befana: l’origine di questa tradizione
La storia della Befana: come nasce la tradizione
Quella della “calza della Befana” è una tradizione molto antica, che risale al XII secolo, legata alla storia dei Re Magi ed una vecchietta incontrata durante il loro cammino.
Si racconta infatti, che durante il cammino dei Re Magi verso la grotta di Betlemme, chiesero indicazioni ad un’anziana signora indaffarata nella raccolta di legname per la sua abitazione. L’anziana donna rispose frettolosamente e in modo poco garbato ai tre sconosciuti, non fornendo loro nessuna indicazione.
E mentre i Re Magi ripresero il loro cammino, la vecchietta riflettè sull’accaduto e si pentì della sua scortesia. Cercando un modo di porre rimedio al suo comportamento sgarbato, l’anziana donna preparò un sacco pieno di dolci e girò tutta la città, bussando di porta in porta, nella speranza di trovare questo piccolo nato di cui parlavano i tre viandanti: il piccolo Gesù.
Ella non riuscì a trovare Gesù così, per porre rimedio a quel gesto scortese, ogni anno, tra la notte del 5 ed il 6 gennaio, l’anziana donna porta in dono regali a tutti i bambini del mondo.
La calza della befana: l’origine
Diverse le leggende legate all’origine della tradizione della calza della Befana. Nel corso degli anni, ella ha visto un mutamento assumendo sempre più sembianze benevole: da anziana scontrosa, a gentile e generosa vecchietta.
Ad oggi la Befana viene dipinta come un’anziana donna dall’aspetto poco piacevole, con gobba e naso aquilino, con un grande porro (o neo) nero sul viso ed il mento a punta, vestita di stracci e “in sella” ad una scopa magica con la quale solca i cieli , per poi calarsi attraverso i camini e conseganre i doni ai bambini.
Ma vediamo qualche leggenda legata alla sua nascita:
- secondo una leggenda, sembrerebbe che la calza della Befana nasca a Roma dall’usanza di Re Numa Pompilio (uno dei sette re di Roma) di mettere una calza vuota appesa in una grotta, per farsela riempire da una Ninfa.
- Un’altra leggenda vede la Befana come una Dea antenata, custode del focolare domestico e della casa,
- in alcune parti del mondo, invece, la Befana è “una “la Signora della vita e della morte” per la rigenerazione della natura.
Anche i doni che portava la Befana erano diversi da quelli odierni: ella infatti portava in dono frutta secca, mele e arance, considerati “dono delle primizie” che richiamavano i semi della terra e, quindi, avevano una funzione scaramantica, un portafortuna.
Il carbone era invece il simbolo del rinnovamento stagionale, inserito come dono insieme ai simboli propiziatori. Solo successivamente il carbone si trasforma in un simbolo di punizione per i bambini che si son comportati male durante l’anno.
E mentre a Babbo Natale vengono lasciati biscotti e latte, alla Befana veninvano lasciate scarpe e stivaletti così che, nel caso ne avesse avuto bisogno, l’anziana donna avrebbe preso le scarpe nuove e lasciato in cambio dei dolcetti: così come si recita nella filastrocca infatti, “la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…”
Ma niente paura: se non ne avesse avuto bisogno di scarpe nuove, avrebbe comunque lasciato dei dolcetti in dono, riempiendo ogni scarpa, scarponcino o stivaletto lasciato lì per l’occasione!
Scopriamo insieme le altre proposte del paniere odierno:
- Teresa: Cornetti brioche bicolore
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Bravissima, le varie brioche cotte nei pirottini del panettone o stella o albero sono sempre davvero di grande effetto, con il lievito di birra poi si ottengono bellissime e stabili forme, poi il mandarino l’adoro, vorrei proprio averne una bella fetta. Insomma … il tuo lievitato è da 10 e lode. Buona befana 🙂
Ma grazie! Sono felicissima ti piaccia!
Ultimamente cerco sempre un lievitato dolce per la colazione!
Un abbraccio grande
È spettacolare Sabri ❤️ un Pan brioche profumato e soffice! Che dire, irresistibile ?
Grazie davvero tanto Teresa, son felice ti piaccia!
Un abbraccio
Immagino il profumo, dev’essere Rispostostupendo! Sai che mi sono sempre chiesta se si potesse usare il succo di agrumi o altra frutta mai lievitati? Direi che mi hai risposto con gran classe ?
Grazie davvero tanto Zeudi!
Son felice ti sia stata di aiuto e si, via libera al succo di agrumi nei lievitati, il risultato è favoloso!
Un abbraccio grande